Cos’è l’Omakase? Storia, significato e un evento esclusivo con vini giapponesi
Hai mai affidato il tuo palato completamente allo chef? In Giappone, c'è una parola per questo: Omakase. Ma cosa significa davvero? Da dove viene? E perché oggi rappresenta una delle esperienze culinarie più intime e raffinate?
In questo articolo ti portiamo in un viaggio nel tempo, dall’Edo del XIX secolo fino al Giappone contemporaneo, per scoprire il mondo affascinante dell’Omakase. E alla fine... ti invitiamo a vivere quest’esperienza dal vivo, con un tocco in più: un abbinamento esclusivo con vini giapponesi, grazie a Shio Omakase.
🥢 Cosa significa "Omakase"?
La parola giapponese Omakase (おまかせ) deriva dal verbo "makaseru", che significa “affidarsi” o “lasciare a qualcun altro”. In ambito culinario, si traduce letteralmente in: “mi affido a te, chef”.
In pratica, quando chiedi un menu Omakase, non ordini tu, ma lasci completamente la scelta allo chef: dai piatti alla sequenza, tutto è nelle sue mani. È un atto di fiducia e rispetto, ma anche un invito a lasciarsi sorprendere.
📜 Un po' di storia: le origini dell’Omakase
Anche se il concetto di sushi ha radici antichissime — con forme primitive come il narezushi già presenti in Giappone oltre mille anni fa — la versione più vicina al sushi moderno, ovvero il nigirizushi, si è sviluppata solo molto più tardi, a Edo (oggi Tokyo), tra il 1818 e il 1830, durante l’era Bunsei.
All’epoca, il sushi era molto diverso da quello che conosciamo oggi. Si mangiava in piedi, in piccoli chioschi di strada. Gli spazi erano strettissimi — spesso solo 180 cm di larghezza — e bastavano 4-5 clienti per riempire tutto.
🍣 “Okonomi” vs “Omakase”
La regola non scritta di allora era l’okonomi (お好み): scegli tu cosa e in che ordine mangiare. I clienti ordinavano pochi pezzi alla volta, li mangiavano velocemente e lasciavano spazio al prossimo.
I locali esponevano targhette di legno con i nomi del pesce disponibile (come kohada, maguro, ecc.), e il cliente decideva cosa voleva, secondo gusto personale.
L’Omakase nacque solo nel dopoguerra, quando:
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La varietà di pesci si ampliò grazie al progresso nei trasporti.
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I clienti non riuscivano più a ricordare i nomi di tutti i pesci.
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I ristoranti di sushi iniziarono a diventare luoghi d’élite, specialmente nelle zone chic di Tokyo come Ginza e Nihonbashi.
🤝 Fiducia e stile: l’Omakase moderno
Durante pranzi d’affari o cene importanti, ordinare ogni pezzo alla volta (come si faceva con l’okonomi) diventava scomodo. Così nacque una nuova forma: il cliente diceva semplicemente “omakase de onegaishimasu” — “mi affido a te, chef”.
Negli anni ‘80, in piena epoca Bubble Economy, l’Omakase divenne sinonimo di lusso e savoir-faire. Ma ancora fino ai primi anni 2000, veniva visto come la scelta “da principiante”, mentre i clienti esperti continuavano a ordinare okonomi.
Solo recentemente, con il raffinamento della cucina giapponese all’estero e il ritorno alle esperienze gastronomiche autentiche, l’Omakase è diventato un simbolo di rispetto, eleganza e connessione personale con lo chef.
🧂 L’evoluzione dell’esperienza Omakase
Oggi, l’esperienza Omakase non è limitata al solo sushi. Nei ristoranti moderni giapponesi, spesso include:
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Zensai (antipasti): piccoli piatti stagionali.
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Sashimi selezionato: spesso pescato localmente.
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Pezzi di sushi serviti in sequenza.
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Tsukemono (verdure fermentate).
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Piatti caldi, come chawanmushi (flan salato) o zuppette.
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Dessert delicati come mochi o frutta stagionale.
L’ordine non è casuale: lo chef costruisce una progressione armonica di sapori, come una sinfonia gustativa. E ogni piatto racconta una storia — di stagione, di tecnica, di sensibilità.
🍷 L'abbinamento perfetto: Omakase + vino giapponese
Tradizionalmente, l’Omakase si accompagna al sake, ma negli ultimi anni c'è stata un'esplosione di interesse per il vino giapponese. E sì, hai letto bene: il Giappone produce vino, e alcuni terroir — come Yamanashi o Nagano — sono ormai riconosciuti a livello internazionale.
Proprio qui entra in gioco noi di Nippo Sakaya! Crediamo che il matrimonio tra Omakase e vino nipponico sia una delle esperienze gastronomiche più raffinate e sorprendenti del momento.
Il vino giapponese tende a essere:
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Fresco, elegante, minerale.
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Ideale per accompagnare pesce crudo, fermentazioni leggere e piatti delicati.
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Inaspettato, ma perfettamente bilanciato con la cucina giapponese autentica.
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📍 Presso SHIO, Colli di Tronto
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🧭 In sintesi…
L’Omakase non è solo una cena, ma un viaggio. È fidarsi delle mani esperte dello chef, scoprire il Giappone attraverso ogni boccone, e lasciarsi sorprendere. Dalle strade di Edo ai ristoranti eleganti di Tokyo, oggi puoi vivere quest’esperienza anche a Colli del Tronto — con un tocco in più: il vino giapponese di Nippo Sakaya.
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